ahahahahahhahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahha
ahahahahahahahhha
ovvero silvia mazzeri -kito-
...a volte si perde nella nebulosa delle parole
ah ah ah
ah aha aha ahah ahah ahaha haha ahaha ahahahahahahahahahahahahahahahhahahahahhahahahahahahahahahahahah

lunedì 26 aprile 2010

piatta piatta

come una sottiletta

fusa tra due fette di pane

sdraiata tra l’erbetta

sto

e a forma di stellina

starei fino a domattina

se non fosse per questa paura

che col buio si fa più dura

tornerò nel mio lettino

a parlar col mostro

da sotto al cuscino

pancia e periferia

Ho una cosa nella pancia

pancia?

Pancia e periferia.

La cosa ha dei limiti

-confini-

ad esempio

non è nella schiena

schiena?

A cosa partecipa la mia schiena?

Al mistero

-ansia marsupiale posteriore-

guardo avanti

pretendo,ad ogni passo,

un avanzamento

-calpesto-

la cosa nella pancia.

-pretendo-

il mondo a mia misura

centimetri 164 kilogrammi 51

ma il mondo non misura

-rabbia-

maledetta evoluzione

boxdoccia

esco dalla doccia

accaldata di pensieri.

é primavera

mi guarda

la guardo

perdo.

capisco il disagio

dei miei occhi

pieni di oscenità,

delle mie orecchie offese,

della mia bocca

di parole misere,

del mio naso

sordo al sottile.

quest’anima

fatica a germogliare.

riguardo la doccia

e la sua goccia…

insieme viviamo la fatica di contenere.

loco

Non è da un pulpito che parlo,

ma so che i clienti sono contenti

di ricevere un consiglio.

Dico loro:

se accumuli troppo poi è difficile.

difficile è anche scegliere

cosa tenere e cosa no.

Lo so.

Ma nel poco ogni cosa si staglia.

Il poco

è molto più vicino allo spazio

del tanto …

E’ importante.

Quindi, quando arriva il momento di dare

regalate a mani piene

è tutto usato,

lo so,

ma non vergognatevene –

di nuovo non c’è più nulla.

Non è un mestiere difficile

il mio -

forse delicato,

rischi di spaccare

se non badi agli equilibri,

agli ingombri, ai pesi,

alle misure, al tempo.

Rischi, anche, di restare schiacciato.

A volte, però, l’istinto è amico.

Io, quando c’è da traslocare, arrivo.

È il mio mestiere.

Ascolto con attenzione,

carico – mi allontano – parto.

Alla meta – scarico.

Quasi sempre, però,

durante il tragitto

accadono strani movimenti interni

e in fase di consegna

le cose appaiono un po’ diverse.

A volte, magari, per via di una buca,

capita di perdere dei pezzi.

E cosi, per paura, aggiungi.

A volte.

Traslocare parole non è un mestiere inconsueto –

lo è la consapevolezza.

tutti giù per terra

così maledettamente terrestre

(sto qua)

concentrata nella mia gravità

è il peso del mio corpo

capace di comprimere

comprimo.

schiaccio tutto

giù giù giù

ora nulla più può entrare

lavoro in uscita.

di botto

mollo tutto

volo

ma l’egoismo dei miei piedi

(che puntano sempre al centro)

mi schianta nuovamente al suolo

così maledettamente terrestre

salto